quando puoi, fermati ed ascolta il mondo.
nelle sere in cui il cuore duole, in cui i ricordi tornano a galla come quando il mare riporta gli oggetti alla riva, in cui ogni cosa sembra tagliarti la pelle. fermati e ascolta il mondo. guarda la città dal balcone, lascia che le vite degli altri, di quegli sconosciuti che vivono per te, ti entrino dentro, e che poi ri escano, e poi ri entrino. come il ciclo dell’acqua.
lascia che il movimento del mondo respiri al posto tuo, cammini al posto tuo, sorrida al posto tuo. non devi per forza muoverti, non devi per forza essere qualcosa, dire qualcosa, lascia che tutto il resto sia ciò che non hai la forza di essere.
ci dimentichiamo spesso che l’universo continua il suo moto anche se non partecipiamo, anche se vogliamo solo affogare nelle nostalgie della notte.
allora fermati, e ascolta. ascolta il vicino che chiude la serranda, i cani che abbaiano dalla strada, i lavoratori che ritornano a casa in macchina, i suoni della natura, il vento che smuove le foglie… e vedi che ti renderai conto che non c’è bisogno di essere felice, socievole o produttivo, ti basta solo contemplare quanta pienezza c’è là fuori.
ed in quel momento, in quel momento fermo, ti renderai conto che tutto può riempire i vuoti del tuo cuore, della tua anima, tutto può essere quello che non sei, che non vuoi essere. annulla te stesso per una sera e scoprirai che sei il tutto, sei parte del tutto ed esso ti rende quel che non riesci ad essere.
lasciati andare e ritroverai la tua strada.